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Giorgio Lupattelli

Dopo la maturità scientifica si iscrive ad ingegneria, dove completa il biennio. In seguito si trasferisce a Firenze per proseguire gli studi in architettura. Il carattere tecnico scientifico del suo percorso formativo si ritrova, come vedremo più avanti, nella precisione e nei temi della sua ricerca artistica che ha come centro l’uomo contemporaneo in rapporto con la società e con i progressi della tecnologia e della scienza.

Tra Magione, sede della sua “casa-bottega”, e Roma si sviluppa il suo percorso artistico che possiamo suddividere in due fasi consecutive. La prima inizia durante gli studi e prosegue fino all’inizio degli anni Novanta. E’ la fase che possiamo definire “non ufficiale”, in cui il futuro artista inizia la sua ricerca e tenta di farsi strada nel mondo dell’arte contemporanea. Questa fase, come abbiamo detto, inizia già ai tempi del liceo; mentre la maggior parte degli altri ragazzi giocava a pallone, lui si dilettava nel disegno. Comincia con la matita, per passare poi al pennello. Esegue dei ritratti di parenti ed amici, paesaggi e nature morte. Qui dipinge da estraneo e da non conoscitore del mondo e della storia dell’arte, ma questo gli servirà come palestra per imparare ed affinare la tecnica. Leggendo i libri di storia dell’arte e cominciando ad interessarsene seriamente, è attratto dai Metafisici e dai Surrealisti, in particolare De Chirico e Dalì; dei quali si possono ritrovare le geometrie ed i paesaggi desolati nei dipinti degli ultimi anni Settanta, primi anni Ottanta, come 01 quadro (1976), Antartide (1977) e Bacco metafisico (1981). Più avanti, in un periodo in cui la società ritornava ad essere caratterizzata dal culto del corpo, della bellezza e della prestanza fisica, in corrispondenza con la diffusione massiccia delle pubblicità di stilisti e case di moda, l’attenzione di Lupattelli si sposta verso questo mondo. I soggetti dei suoi quadri diventano i modelli e le modelle, con i loro corpi belli ed atletici come in Alta tensione (1986) e Il giardino dell’Eden (1986). Questo tema, come vedremo, sarà poi ripreso e ricontestualizzato anche più avanti, nella fase “ufficiale”, dove l’artista utilizzerà di nuovo il quadro sopra citato Alta tensione. Verso la fine degli anni Ottanta, ai modelli della bellezza si mescolano le teorie apprese dai precedenti studi in ingegneria ed architettura, da cui nascono opere come Alta marea (1987) ed Icaro (1987), nelle quali i corpi si intersecano con i concetti della gravitazione terrestre e con il mito del volo. Queste teorie si conservano anche quando l’artista abbandona i soggetti e si sposta verso l’arte concettuale, con chiari riferimenti a Joseph Kosuth come in Compressione (1989), E=mc2 (1989) e Sistema internazionale (1989).

In questa fase “non ufficiale” Lupattelli riflette su sé stesso, sul suo futuro e capisce di voler entrare seriamente nel sistema dell’arte contemporanea; decide che la sua professione sarà quella dell’artista. Cosciente di ciò, comincia a darsi da fare, raccoglie i suoi quadri migliori e comincia a bussare alle porte delle varie gallerie in giro per l’Italia; come racconta Gabriele Perretta: «Ricordo ancora con simpatia quando, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, veniva a Roma per incontrarmi e farmi visionare il suo book sempre aggiornato e preciso». Da estraneo al sistema dell’arte inizialmente commette errori bussando alle porte sbagliate ma alla fine trova quella giusta. Qui ha inizio la seconda fase, quella “ufficiale”, che vedremo in dettaglio più avanti, che coincide col suo ingresso nella scena artistica nazionale ed internazionale nel 1993, anno in cui espone le sue opere presso la Galleria Neon di Bologna, con la prima mostra personale Arte è comunicazione. Alla professione di artista si affiancano da sempre altre attività, che lo vedono  impegnato come grafico, designer, web designer e scenografo; collabora con varie compagnie teatrali e realizza lavori grafici e quadri su commissione per privati. La maggior parte dei cataloghi delle sue mostre è realizzata da lui come se si trattasse di – egli stesso dice –  lavori artistici in versione cartacea.Facendosi bagaglio delle tecniche e delle modalità espressive del mondo della pubblicità e dei mass-media, con l’occhio critico e scrupoloso che contraddistingue il suo fare,  trae da esso quegli spunti e quelle immagini che, come vedremo, sono le basi ri-elaborate delle sue opere. Dalla pittura alla scultura, dal video alle immagini digitali, un eclettico Giorgio Lupattelli attraversa la «stratificazione di memorie, di popoli, di culture, di linguaggi, di mezzi di comunicazione presentati simultaneamente in un unico sguardo».

Opere

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