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Pablo Echaurren

Figlio d’arte, Pablo Echaurren nasce a Roma il 22 gennaio 1951 da Angela Faranda, attrice italiana, e dal pittore cileno Roberto Sebastian Matta Echaurren. Inizia a dipingere a diciotto anni e viene subito scoperto da Arturo Schwarz, patron del dada-surrealismo in Italia, titolare all’epoca di una galleria milanese.Tra il 1973 e il 1975 Echaurren espone a Roma, Milano, Basilea, Philadephia, Zurigo, Berlino, New York, Bruxelles. Nel 1975 partecipa alla Biennale di Parigi. Nel 1983 è al Palazzo delle Esposizioni di Roma (con Altan e Andrea Pazienza), dove tornerà nel 1995 con una mostra personale di omaggio al futurismo. È presente in numerose rassegne, tra cui, Anniottanta (Bologna, 1985), XI Quadriennale (Roma, 1986), Artoon (Roma, 1989).Giovanissimo, entra in contatto con Louis Aragon e Max Ernst. I primi a segnalare il suo lavoro sono Cesare Vivaldi, Emilio Villa, Henry Martin, Giuliano Briganti e Achille Bonito Oliva. In seguito ne scrivono , fra gli altri, Renato Barilli, Enzo Siciliano, Enzo Biffi Gentili, Giovanni Testori, Maurizio Calvesi, Paola Pallottino, Vincenzo Mollica.

Sullo sfondo dell’ultima pop art, dell’arte povera, del minimalismo e del concettuale, nei primi anni settanta Pablo Echaurren mette a punto un proprio universo lessicale in cui confluiscono varie sollecitazioni: il mondo miniaturizzato di Oyvind Fahlström e di Gianfranco Baruchello, il segno dell’antico maestro giapponese Hokusai, le citazioni fumettistiche di Roy Lichtenstein, ma anche le immagini scientifiche dei libri di storia naturale, zoologia e botanica, nonché l’orizzonte del comic. In un secondo momento, il confronto con il patrimonio iconografico della storia dell’arte si allarga in un costante dialogo con le avanguardie storiche, futurismo, dadaismo, cubismo, che egli rivisita con lo sguardo d’un abitante del villaggio globale, nutrito di immagini telematiche e messaggi massmediatici. La sua ricerca pittorica si dilata anche nella direzione dell’arte moltiplicata. Egli disegna copertine (tra cui quella del best seller Porci con le ali ), manifesti (per Festival di Sanremo, Comune di Roma, Motorola ecc.), calendari e pubblicità (per Coca Cola, Lav, Buffetti ecc.), controfumetti d’avanguardia (per “Alter Alter”, “Linus”, “Frigidaire”), orologi (per Swatch), francobolli (per le poste italiane), nonché copertine di cd e lp, magliette, spillette, mobili, gioielli ecc. Nel corso del tempo collabora con scritti e disegni a numerosi giornali.

Dal 1997 Pablo Echaurren è Accademico di San Luca. Ma, accademico sui generis, contemporaneamente fonda con Giuseppe Tubi, nick name di un artista digitale, il Partito del tubo, una sorta di comunità mediatica, che partecipa a diverse mostre e iniziative: all’interno del progetto Oreste, è invitato alla Biennale di Venezia nel 1999.Negli anni settanta il suo stile è diventato popolare tra i ragazzi attraverso le copertine per le collane delle edizioni Savelli, ma il suo rapporto con i giovani è sempre vivo anche oggi. Infatti, non solo egli ha curato dal 1990 l’immagine del festival rock Arezzo Wave, ma è stato tra i promotori di alcune riviste controculturali. Il suo lavoro, peraltro, ha sempre mantenuto un intenso e partecipato rapporto con i movimenti e il sociale.Da una lunga attività creativa, condotta nel carcere di Rebibbia con un gruppo di detenuti, è nato il film Piccoli ergastoli, presentato alla Mostra internazionale del cinema di Venezia nel 1997. Autore di saggi (tra cui Controcultura in Italia; Il suicidio dell’arte, 2001), romanzi e racconti (Compagni, 1998; Delitto d’autore, 2002; L’invasione degli Astratti, 2004), ha pubblicato anche una serie di biografie illustrate, dedicate a F.T. Marinetti, Tristan Tzara, Picasso, Dino Campana, Ezra Pound, Vladimir Majakovskij ecc.

L’arte di Pablo Echaurren nel complesso si svolge in un continuo altalenare tra alto e basso , dai dipinti ai poster, dalle ceramiche agli arazzi e alle vetrate, secondo un approccio intellettuale e manuale proprio del laboratorio artistico, che soprattutto in Italia vanta una lunga tradizione, dalle botteghe medioevali e rinascimentali fino alle case d’arte futuriste. Ne discende un’idea dell’artista come artefice e inventore a tutto campo, indifferente agli steccati e alle gerarchie che solitamente tendono a comprimere l’inventività.Nel 2004 il Comune di Roma ha voluto ricordare la sua attività molteplice, promuovendo la mostra antologica Pablo Echaurren. Dagli anni settanta a oggi, allestita nelle sale del Chiostro del Bramante, a cura di Fabio Benzi, Gianluca Marziani e Federica Pirani.

Dopo la personale all’Auditorium di Roma (2006), a cura di Achille Bonito Oliva, dedicata alla sua band preferita, i Ramones, nel 2007 Echaurren ha girato il film The Holy Family , con Uliano Paolozzi Balestrini e la partecipazione del batterista Marky Ramone. Nel 2009 il MIAAO (Museo Internazionale di Arti Applicate Oggi) di Torino decide di celebrare il centenario del Futurismo con una mostra incentrata sul lavoro di Echaurren. Nello stesso anno prende forma il progetto L’invenzione del basso (sempre all’Auditorium di Roma) che, accanto a quadri e collage dedicati al basso elettrico, propone una selezione di strumenti veri e propri proveniente dalla collezione di Echaurren. Nel 2010-2011 il museo della Fondazione Roma ospita a Roma la mostra antologica Crhomo Sapiens, a cura di Nicoletta Zanella. Nel 2011 l’artista espone al MACRO l’allestimento in ceramica Baroque’n’Roll, a cura di Luca Massimo Barbero. Nello stesso anno viene invitato alla Biennale di Venezia. Presso il MAR di Ravenna si tiene l’esposizione Lasciare il segno, curata da Claudio Spadoni.

 

Opere

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