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Gianni Lattanzi

Non è la prima volta che Gianni Lattanzi espone in Italia. È la prima volta però che decide di condividere con tanto pubblico una delle fasi più belle del suo fare creativo. Perché per Gianni Lattanzi artista romano classe 1962, che vive ad Amsterdam da otto anni, arte non è solo il frutto finale dello sforzo creativo: per lui la dimensione del fare artistico è parte integrante dell’opera d’arte. Quando dipinge, si cala totalmente nella creazione dell’opera. Osservarlo è avvincente. Ti colpisce la determinazione dei gesti, la forza della mano che usa il pennello, la sicurezza con la quale attinge al caso. E quando ritrae qualcuno, tutto il suo essere interagisce con quella persona. Riesce a stabilire un contatto così profondo con il soggetto, da diventare uno con lui. E per questo motivo il segno fluisce, in modo naturale, come se sapesse benissimo dove andare, quando fermarsi, quando ispessirsi o raffinarsi. È una danza guidata dal suono del fluire, come un torrente che scorre.

Disciplina, quindi, molta. Ma non tanto per imparare a disegnare, non ne ha avuto bisogno, quanto per imparare a non farsi travolgere da questo fiume in piena di energia creativa. La sua è stata una formazione sui generis che lo ha portato ad esplorare le mille sfaccettature della dimensione creativa, a scoprire sponde inaspettate come quelle della poesia che spesso e volentieri l’artista unisce alla pittura. Un cammino che gli ha fatto raggiungere una libertà espressiva così audace da intimorire, così vera da commuovere e così bella da desiderare di condividere. Che ci aiuta a capire che l’arte è una dimensione di vita, anzi, che l’arte è la vita stessa.

Una performance quindi, quella di stasera, che la Galleria Arturarte non si è lasciata sfuggire.

Lella Antinozzi

Gianni Lattanzi’s Presentation

It is not the first time that Gianni Lattanzi displays his works in Italy. But it is the first time he decides to share with such a big audience one of the best phases of his creativities. Being a Roman artist and born in 1962, Gianni Lattanzi has been living in Amsterdam for eight years, to him, art is not only the final outcome of his creative effort: the dimension of his creativities is integral part of the works of art. When he works, he submerges himself totally into the creation of his paintings. Observing him is something captivating. What really impress you is the determination of his gestures; the strength of his hand while holding the brush; the confidence in which he draws from chance. When he portraits somebody, all his being interacts with that person. He is able to establish such a deep contact with the subject, to merge into it. For this reason the lines he draws flow in a natural way as if they knew where to go, when to stop, when to become thicker and when to get thinner. It is a dance guided by the sound of flow, as a running stream. Very disciplined therefore, but not so much in learning how to draw. He just did not need it but knowing how not to be sweep away by the flood of his creative energy. His training was “sui generis” and brought him to explore thousands of facets of his creative dimensions, to discover unexpected lands as that of poetries that artists often join to the paintings.

A journey which allowed him to reach an expressive freedom so bold to be frighten, so true to be moved and so beautiful to be wishing to share. It helps us to understand that art is a dimension of life. Indeed, it is life itself.

Arturarte Galleria could not miss a performance as the one tonight.

Lella Antinozzi

Opere

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