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Adelaide Innocenti Merletti

Il filo di Adelaide

L’ultima produzione di Adelaide Innocenti Merletti, i lavori realizzati da punti e incroci di fili di lana su tele di lino e cotone, sembrano essere la sua biografia: nata in un contesto di stoffe e ricami, Adelaide, che ha sempre dedicato tempo e pensieri all’arte, è stata attratta da molteplici discipline, la sua poliedrica creatività ha toccato diversi settori, dalla poesia alla ceramica, dall’acquarello alla fotografia, dalle scenografie ai costumi.

Dedicatasi completamente all’arte visiva, realizza composizioni su tela, insiemi di segni che facilmente rimandano al retro di una tela ricamata; sul dritto c’è il ricamo, sul verso, i fili astratti danno la libertà di immaginare qualsiasi cosa, anche niente e accettarli così come sono, per la bellezza del loro segno.

È un concetto simile all’Astrattismo di Kandinskij, per il quale la ricerca di un “non oggetto” fu suggerita casualmente dal retro della tela di un suo dipinto: le macchie di colore, che trasparivano a seconda della matericità o della acquosità, avevano creato forma curiose e libere, non riconducibili a nessun oggetto conosciuto. Aveva trovato l’astrattismo nella sua più vera accezione del termine.

Similmente alla vicinanza tra colore, segni e musica, la ricerca sensoriale, emotiva e intuitiva di Adelaide avviene attraverso l’esplorazione dei materiali e delle forme che ne nascono in cui le tessiture seguono ritmi interiori. Nei suoi lavori c’è musica, ci sono più linee melodiche che si incontrano formando raffinati accordi.

Ne nascono “pentagrammi” di una musica tutta personale. Le linee e i punti spezzati suggeriscono messaggi in codice Morse. Ma se si chiudono gli occhi e si toccano le stoffe, diventano i caratteri Braille che fanno “vedere” anche chi non vede. Effettivamente non c’è solo da vedere, c’è anche da “sentire”, sentire al tatto e sentire con l’animo per capire il suo tempo, le sue sensazioni, spezzate dal quotidiano della vita.

 Adelaide in un certo senso, ci insegna una nuova lingua, la sua, fatta di nuovi caratteri, fatta di fili di lana. a forma di bastoncini come le rune o arrotondati come gli alfabeti mediorientali, i “pentagrammi” di Adelaide contengono la memoria della sua vita, i segni del tempo sulla pelle di un essere umano.

Per usare un’espressione che strizza l’occhio alla tecnica che usa – Adelaide tira le fila della sua vita e offre elaborati plastici e “parlanti”. Come Arianna, i suoi fili portano finalmente a quella strada artistica che ha sempre inseguito, ma anche ad una memoria squisitamente familiare perché Adelaide, forse inconsciamente, ci riporta alla sua nascita, a quell’ambiente di stoffe, trine e fili preziosi dei suoi genitori, sempre presenti entrambi nel suo cognome con cui firma i lavori: Innocenti e Merletti.

Claudia Lodolo

Opere

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